Pochi minuti di udienza e poi subito rinviato l’appello del processo <linea d’ombra>. Se ne riparlerà il 30 settembre. Con un cambiamento importante: non se ne occuperà il collegio costituitosi stamane. Dei tre giudici, Pasquariello, Le Rose e Mele, infatti, uno, la dottoressa Le Rose, nella fase delle indagini , quando rivestiva l’incarico di gip, aveva autorizzato i carabinieri ad effetturare una delle intercettazioni telefoniche poi finite nel fascicolo processuale. La circostanza costituisce,da codice di procedura penale,una incompatibilità, poiché la legge prevede che il togato chiamato al giudizio non debba aver avuto alcun tipo di contatto, sotto qualsiasi forma, con l’oggetto del giudizio medesimo. L’incompatibiltà è stata rilevata e messa a verbale, questa mattina, ad inizio udienza, direttamente dal collegio giudicante, prima che potesse essere sollevata un’eccezione dalle parti. Presenti i difensori degli 8 imputati per le cui assoluzioni è ricorsa in appello la procura antimafia di Salerno , rappresentata in aula dal pm Montemurro, autorizzato, in tal senso, dalla procura generale. Tra il pubblico si sono intravisti Alberico Gambino, Giuseppe Santilli, Giovanni Pandolfi Elettrico, i fratelli Antonio e Michele Petrosino D’auria, Giovanni De Palma, che, nel secondo grado , hanno riconfermato la propria fiducia agli stessi avvocati che li hanno seguiti nel processo davanti ai giudici di Nocera Inferiore. Nella prossima udienza, il 30 settembre, davanti ad nuovo collegio, giudici Tringali, Pellegrino e Giordano, la costituzione delle parte e la richiesta, da parte del pm, di quella che in gergo tecnico si chiama parziale rinnovazione del dibattimento, cioè l’ammissione di nuovi testimoni, 4 per la precisione. Due collaboratori di giustizia, Raffaele Del Pizzo e Matteo Principale e due cittadini di Pagani, l’ex presidente della cooperativa parcheggiatori, Giacomo Cicalese e un blogger, Valerio Damiano.

Michela Giordano

 

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