Nota stampa firma del gruppo di attivisti Nocera in movimento: "Più che un’esclamazione è una costatazione. 

I forti disagi correlati alle grandi piogge, nel nostro territorio, non sono mai da imputare solamente all’eccezionalità degli eventi naturali, come sbrigativamente ci vogliono far credere. Spesso, invece, rimandano alla mala gestione del territorio da parte delle amministrazioni pubbliche e in maniera più sottile alla responsabilità collettiva della società civile e del singolo cittadino. 
Qui non si vuole discutere dell’opera del Dipartimento di Protezione Civile, delle Regioni e Province che diramano dispacci sulle criticità idrauliche e idrogeologiche, che si potrebbero verificare in un dato territorio, né di quella dei sindaci che attivano piani di emergenza, informando i cittadini sulle situazioni di rischio o, che emettono ordinanze atte a tutelare la popolazione da possibili pericoli. Qui vogliamo porre l’accento un’altra cosa: l’incompetenza e la mala politica nella gestione del territorio.  
I disagi sofferti dalla popolazione a ogni pioggia, più o meno eccezionale, diventano la regola di vita a cui vorrebbero abituarci per il prossimo futuro. 
Piove, scuole chiuse. Piove, straripamenti dei torrenti. Piove, allagamento di case e garage. Piove, frane. Piove, inquinamento. Piove, governo incompetente!
E’ noto che il rischio idrogeologico del nostro territorio è dovuto a cause naturali, ma è altrettanto vero che esso è aggravato e condizionato dalle attività antropiche dell’uomo e, come spesso accade, dalla superficialità e dalla malafede con cui è gestita la cosa pubblica. 
Quasi tutti sappiamo come bisogna comportarsi in caso di allerta pioggia, ma altrettanto non sappiamo bene come comportarci contro la mala gestione del territorio e la politica degli incompetenti. 
Noi, come attivisti di Nocera in Movimento, siamo convinti che gli effetti devastanti delle piogge, che ogni anno sperimentiamo, al di là dell’eccezionalità dei fenomeni naturali dovuti ai rapidi effetti del cambiamento climatico, siano strettamente correlati con variabili politiche come l’incompetenza, la cattiva gestione delle risorse del territorio, la sciatteria politica.
Abbiamo capito che la prevenzione di cui ha bisogno la gente del nostro territorio è ben altra cosa rispetto anche a un’ordinanza di chiusura di una strada o di chiusura, azioni queste ultime che diventano uno scudo paravento contro eventuali implicazioni di carattere penale, verso le quali è meglio tutelarsi. 
Se veramente si vuole tutelare il territorio e la sua popolazione lo si fa soprattutto quando è “bel tempo”.
La prevenzione di cui abbiamo bisogno è rappresentata da uno “stato sensibile”, un diverso approccio culturale rispetto alle situazioni politiche da mettere in campo in un territorio naturalmente difficile come il nostro.
Si è soliti definire prevenzione quello che è semplicemente un rimedio temporaneo al problema, che spesso risulta inefficace o inutile, ma la prevenzione è ben altra cosa e chi fa politica con competenza, coscienza e responsabilità lo sa o lo dovrebbe sapere.  
A Nocera mancano queste qualità politiche, questo è un dato di fatto e ogni pioggia lo evidenzia.
Prevenzione significa, in questo caso, gestire il territorio come una risorsa rinnovabile, magari trasformabile, ma che mantenga in sé sempre i caratteri della ri-conversione, poiché abbiamo l’obbligo di restituire ai posteri un territorio migliore di quello che abbiamo avuto in consegna; la cementificazione dissennata del territorio è andata, per esempio, in tutt’altra direzione.
L’ultimo saccheggio di suolo è storia recente e porta la firma della politica delirante di Antonio Romano che pur sapendo del ritardo dell’adeguamento del Nuovo Piano Regolatore al Put non pose in essere nessun atto amministrativo a tutela del territorio, spianando di fatto la strada all’ultimo saccheggio inutile di suolo della città, favorendo così solo costruttori e speculatori del mattone, a discapito di gran parte della popolazione e di quelli che verranno dopo di noi. 
In una città che non cresceva demograficamente per alcuni anni si è continuato a costruire palazzi; ciò è avvenuto anche con l’amministrazione Torquato, nel silenzio assenso di tutti i gruppi politici di città. Forse la cementificazione selvaggia, che seppellisce definitivamente l’occasione di ridisegnare interi quartieri e che provocherà disagi per il futuro non richiedeva un impegno serio tra tutte le forze politiche e sociali cittadine? Provate a immaginare un uso diverso e in senso più “democratico ed ecosostenibile” di aree come ex MCM e di tante piccole aree ex industriali di città…  
Un’altra scellerata sottrazione di suolo ce l’hanno invece venduta come sviluppo industriale, che in sostanza non c’è. Migliaia di ettari di terra sono stati sottratti all’agricoltura nel nome di uno sviluppo inesistente, di un benessere millantato, che alle prime piogge eccezionali porta il suo conto.
Infatti, l’eccessiva impermeabilizzazione del suolo è alla base del dissesto idraulico antropico, che contribuisce non di poco alle esondazioni dei fiumi e dei torrenti. Sicché le acque piovane, che pare aumentino di anno in anno, non trovano sufficiente suolo per l’assorbimento e si riversano copiosamente in fogne inadeguate, strade e canali non più sufficienti a regimentarle, che alla fine finiscono torrenti. I torrenti a loro volta sono incapaci a contenere le acque perché inadeguati allo sviluppo dei territori ed anche perché non vengono fatte le dovute manutenzioni agli argini e al fondo e pertanto diventano sempre più vulnerabili e pronti a straripare in punti critici della città.
Purtroppo di queste cose non ce ne ricordiamo mai dentro la cabina elettorale, quando c’è da mandare a casa un’amministrazione che non ha lavorato bene per il territorio.
Di qui la responsabilità collettiva e personale dei cittadini che spesso non vogliono o non sanno mettere in relazione gli eventi o disagi che accadono con la politica inconsistente dei propri amministratori. 
E’ bene ricordare a tutti che le acque meteoriche sono da mettere in relazione anche con l’inquinamento. Dove credete che vadano gli inquinati presenti nei nostri fiumi e torrenti quando straripano? Nelle nostre case, nelle nostre terre. Chi può escludere che le sostanze nocive contenute nei nostri fiumi non entrino più facilmente nella nostra catena alimentare? Avete idea del danno che arreca all’agricoltura un’esondazione?
Le piogge sono in relazione con le frane. La storia recente dovrebbe ricondurre la nostra memoria alle tre vittime e agli ingenti danni alla popolazione per la frana avvenuta a valle della cava di pietra di Nocera Inferiore, situata in località S. Croce/Rullo di Pareti. Invece no. Lì continua l’estrazione di pietrisco dai due costoni di roccia tra le due Nocera nel nome dalla c.d. “messa in sicurezza della montagna”. Eppure quest’aggressione alla montagna continua freneticamente nella totale indifferenza di cittadini e dei politici.
Ma le piogge e le frane sono anche in relazione con l’attività criminale estiva degli incendiari dei boschi, verso cui poco si fa sia a livello centrale sia a livello locale, anzi pare che essi siano funzionali ad alimentare il sottobosco del clientelismo politico.
Le piogge pongono il problema delle nostre fognature obsolete, inadeguate a contenere le acque meteoriche per cui inevitabilmente scoppiano a ogni piena determinando disagi e danni a persone e cose, e il problema di dove si costruisce, infatti non a caso le nostre zone industriali sono costruite vicino ai torrenti, le nostre case lungo i canali drenaggio delle acque provenienti dalle montagne, oppure in luoghi sottoposti all’argine dei fiumi e così via. 
Potremmo continuare in questo carosello di responsabilità, mancanze, incongruenze, ma è bene sottolineare infine da ultimo, ma non perché meno importanti, gli effetti che le piogge hanno inevitabilmente sulla salute dei cittadini, in termini di ansia e di agitazione che s’instaura nella popolazione a ogni segnalazione di allerta, che naturalmente agisce negativamente sul benessere complessivo delle persone. 
A conclusione di questi spunti di riflessione vogliamo concludere con la consapevolezza che la TERRA rappresenta il nostro bene comune da preservare sopra ogni cosa, perché, senza retorica, rappresenta la base necessaria alla nostra esistenza e sussistenza.
C’è troppo silenzio su questo tema, c’è poco interesse a costruire dei percorsi di riflessione su temi scottanti come questo. C’è molto disinteresse rispetto alle problematiche del territorio da parte dei cittadini. Nessuno sdegno manifesto si eleva a ogni pioggia eccezionale o a ogni ordinanza che di fatto crea disagio ai cittadini.
Tutto deve essere messo in relazione, anche i disagi della pioggia con il plebiscito di voti avuto da Romano prima e da Torquato dopo. 
Noi non abbiamo bisogno di questa politica, ma abbiamo bisogno di una vera rivoluzione: un Nuovo Risorgimento Nocerino. Ma le premesse non ci sono, facendo un’analisi del voto di giugno 2017 a Nocera, distorto ed estorto, stando alle indagini della procura ancora in corso. 
Tuttavia, c’è bisogno che qualcuno inizi a lavorare per quest’obiettivo. La politica somministrata in questi ultimi anni ha tolto a molti anche il piacere di sognare un futuro diverso, migliore, solidale ed ecologico.  C’è bisogno di gente nuova al comando della cosa pubblica; gente capace e sognatrice per riempire quel vuoto progettuale che si è venuto a creare in questi anni. Bisogna riconquistare quegli spazi di discussione e di confronto occupati miserabilmente da chi non ha a cuore le sorti del nostro territorio. C’è bisogno di un processo di “moralizzazione della politica” e di formazione culturale della gente comune, che insegni a mettere in relazione eventi, anche apparentemente distanti tra loro.
Bisogna essere rivoluzionari e pensare che un’ordinanza antipioggia non può risolvere i disagi di una città ogni qualvolta piove. 
Noi ci siamo riappropriati da tempo della straordinaria capacità di sognare e per questo lavoriamo sul territorio, per la gente di Nocera. 
Sogniamo una città bella da vivere, un “luogo buono” dover poter crescere e prosperare. Osiamo sognare una città nuova da costruire insieme, perché sarà la nostra vera “eredità”, quella che lasceremo a chi verrà dopo di noi, a partire dal rispetto della TERRA e dalla responsabilità dell’azione politica".F64087BA-21B3-4984-A9DE-6D025395E892
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