La delibera del Governo di “impugnare la legge della Regione Campania n. 

26 del 28/09/2017 in quanto recante disposizioni, in materia di rete dei 
servizi assistenziali e ospedalieri per la cura delle patologie 
neuropsichiatriche, che interferiscono con le funzioni del Commissario 
ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario 
della Regione Campania, in violazione dell’art. 120 Cost., … omissis” ci 
lascia sconcertati ed amareggiati. 
Quella legge non spunta fuori dal nulla ma è il frutto di un lavoro 
lungo (oltre due anni di audizioni in V Commissione Sanità…), pieno di 
mediazioni di interessi contrapposti, da noi genitori non sempre 
condivise. 

A gran voce avevamo richiesto di prevedere la possibile opzione per un 
regime prestazionale di ASSISTENZA INDIRETTA che avrebbe risolto il 
problema della non appropriatezza delle prescrizioni ASL (in troppi 
distretti ASL campani continua il vergognoso ostracismo verso l’ABA, la 
terapia scientificamente più accreditata per il trattamento 
dell’autismo) e il problema dello sperpero delle risorse a favore di 
trattamenti meno efficaci. 
La riscrittura in sottocommissione dell’art. 14 della legge, con 
inopportuna cancellazione del riferimento all’assistenza indiretta e 
l’inserimento all’art. 6 comma 2 lett d) della previsione di erogazione 
diretta delle prestazioni, da parte dei NNPIA, attraverso specifici 
elenchi di professionisti dipendenti o convenzionati con comprovata 
esperienza e formazione(?) in approcci terapeutico–riabilitativi dotati 
di evidenza scientifica ci aveva lasciato perplessi. Non si precisavano 
sufficientemente i REQUISITI PROFESSIONALI MINIMI degli operatori 
coinvolti. Le professionalità ABA non venivano regolamentate in alcun 
modo, lasciando un pericoloso vuoto normativo. 

Ora l’intervento governativo (alquanto singolare visto il duplice ruolo 
ricoperto dall’on. De Luca) complica ulteriormente il quadro non 
garantendo l’accesso alle cure e il diritto alla salute di migliaia di 
cittadini campani. 

A parere di chi scrive la Corte Costituzionale si è già più volte 
pronunciata sui temi oggetto di controversia tra Regione Campania e 
Governo centrale. Citiamo ad esempio la sentenza 275/2016 e la sentenza 
80/2010. Sul tema dei diritti costituzionalmente garantiti spetta al 
legislatore predisporre gli strumenti idonei alla loro realizzazione ed 
attuazione, affinché la loro affermazione non si traduca in una mera 
previsione programmatica, ma venga riempita di contenuto concreto e 
reale. La natura fondamentale di questi diritti, che sono tutelati anche 
a livello internazionale dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui 
diritti delle persone con disabilità, adottata dall’Assemblea generale 
delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, ratificata e resa esecutiva con 
legge 3 marzo 2009, n. 18, impone alla discrezionalità del legislatore 
un limite invalicabile nel «rispetto di un nucleo indefettibile di 
garanzie per gli interessati». 

Il nostro auspicio è che la politica nazionale e regionale voglia 
finalmente prenderne atto, approntando gli strumenti necessari per 
concretizzare le tante belle parole contenute nelle nostre leggi. Siamo 
stufi di diritti solo di carta. Siamo stanchi di dover ricorrere ogni 
volta al Tribunale di turno (con le croniche lentezze della nostra 
macchina giudiziaria) per vederci riconoscere i nostri legittimi 
diritti. 
Da cittadini campani richiamiamo con forza quanto già riconosciuto dalla 
Corte Costituzionale (sentenza 304/1994): NELLE IPOTESI IN CUI LE 
STRUTTURE DEL SSN, INCLUSE QUELLE CONVENZIONATE, NON FOSSERO IN GRADO DI 
ASSICURARE UN TEMPESTIVO INTERVENTO SANITARIO, RESO INDIFFERIBILE DALLE 
CONDIZIONI DI SALUTE DELLA PERSONA BISOGNOSA DI PRESTAZIONI 
RIABILITATIVE, E’ LEGITTIMO IL RICORSO A FORME DI ASSISTENZA INDIRETTA, 
ANCHE ALL’ESTERO. 

Nota stampa ASSOCIAZIONE ONLUS AUTISMO FUORI DAL SILENZIO 
IL DIRETTIVO big_Autismo_logo.jpg

 

 

Share.

Circa l'autore

Leave A Reply