"Ci sono elementi di speranza, anche se persistono zone complicate che andrebbero bonificate una volta e per tutte". Il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo non si sbottona sui dati della campagna Goletta dei Fiumi che saranno comunicati domani a Palazzo S.Agostino, attraverso le relazioni scientifiche e a seguito dell’ iniziativa unica in Campania e non solo. I fiumi Sarno, Sele e Tusciano. Trentatrè punti dove sono stati effettuati campionamenti, 12 volontari coinvolti nelle attività di prelievo dei campioni di acqua e analisi. Questi i numeri di Goletta dei Fiumi della Campania, in particolare per la provincia di Salerno, che saranno snocciolati con tanto di dati, dopo un’esperienza citizen science unica nel suo genere nella nostra regione e non solo e che è stata curata da Legambiente. Ci sono dati un pizzico più ottimistici rispetto al passato, ma la guardia deve restare alta, ha continuato Buonomo sentito telefonicamente. Goletta dei Fiumi è una iniziativa avviata da Legambiente l’ottobre scorso. L’obiettivo di questa iniziativa è quella di mantenere alta l’attenzione sul completamento delle infrastrutture depurative, sul controllo del territorio per impedire lo sversamento illecito di scarichi non depurati e sul rischio idrogeologico. Novità di quest’anno è stato anche l’impegno sull’inquinamento da microplastiche, altro fenomeno che mette in serio pericolo i bacini idrografici. Goletta dei Fiumi di Legambniente è stata realizzata con il sostegno del Consorzio di Bonifica in Destra del Fiume Sele, dell’Associazione Ortofrutticoltori Agro e dei partner tecnici Hach e Apolab Scientific oltre che del supporto scientifico del Dipartimento di Chimica e Biologia dell’Università degli Studi di Salerno.
Le attenzioni maggiori sono state rivolte all’area del Bacino del Sarno, visto che il Fiume Sarno e i suoi affluenti, continuano a risultare tra i più inquinati di tutta europa. I dati Arpac relativi ai controlli analitici svolti nel 2016 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, sebbene non realizzati su tutti gli impianti e in numero adeguato, evidenziano appieno quanto sia critica la situazione. Su base regionale ben il 38% dei controlli è risultato “non conforme”, con punte di non conformità del 70% per gli impianti della provincia di Avellino e a seguire del 66% per quelli della provincia di Salerno, 52% per la provincia di Benevento, 27% per la provincia di Caserta e 22% per la provincia di Napoli.