Due padri separati su dieci non vedono i propri figli nemmeno durante le feste e, dunque, nemmeno durante la festa del papà. I dati arrivano dall’Ami, l’associazione avvocati matrimonialisti di Salerno. Un dato drammatico che interessa anche l’intera provincia salernitana, dove, come accade nelle altre città italiane, nonostante siano trascorsi quasi 12 anni dall’entrata in vigore della legge sull’affidamento condiviso, i tribunali non riescono a far rispettare una vera bigenitorialità e l’affidamento condiviso resta un diritto solo sulla carta. Sono ancora tantissimi i padri che non riescono ad avere pari diritti delle madri e, soprattutto, sono tanti i bimbi a cui non viene garantito un rapporto continuativo e costante con entrambi i genitori. Tanti bambini hanno trascorso la festa di oggi lontani dal proprio papà, molti con la convinzione che siano proprio i padri ad essersi dimenticati di loro, con evidenti gravi conseguenze sul piano di una serena crescita psico-fisica. Per capire la drammaticità dei dati basta dare uno sguardo ai tanti procedimenti pendenti davanti ai giudici dei tribunali salernitani per rendersi conto a quanti uomini sia negato il diritto della paternità. Come il caso del 40enne di Nocera Superiore che da anni sta lottando in tribunale con la ex moglie per ottenere la possibilità di poter vedere il loro bambino. In una lettera inviata alla nostra redazione, l’uomo racconta che è la prima volta che è riuscito a trascorrere la festa del papà con il piccolo, mentre tanti altri padri la trascorreranno da soli. “É questo quello che non deve accadere – si legge nella lettera – non ci sono padri di serie a e di serie b, siamo tutte persone che non chiedono altro di poter vivere appieno il rapporto con i propri figli. Rapporto spesso contrastato da madri accecate da un odio ingiustificato, alimentato da legali senza scrupoli con la conseguenza che i bambini diventano arma di ricatto”. Poi l’uomo racconta che anche in questa occasione ha dovuto rivolgersi al giudice perché il funzionario dei servizi sociali del comune di Castel San Giorgio gli aveva negato l’anticipazione dell’incontro già fissato per domani ad oggi. “Mi auguro – continua la lettera – che non si verificheranno più situazioni del genere e che la magistratura in primis ed i servizi sociali, che spesso accolgono i genitori che esercitano il diritto di visita presso i loro uffici, agiscano nell’ interesse dei minori e non sulla scorta di preconcetti tanto radicati quanto lesivi non solo nei confronti di noi padri ma sopratutto verso i nostri figli.
Nello Ferrigno