Ieri mattina presto, quando uscirono i primi lanci di stampa che annunciavano cinque ordinanze di custodia cautelare a Nocera Inferiore nell’ambito dell’inchiesta “tutta n’ata storia”, in tanti sobbalzarono, soprattutto politici ed amministratori pubblici. Il motivo è semplice, il nome dato dalla Direzione investigativa antimafia all’operazione, è lo stesso che nell’agosto scorso portarono ombre, oltre che arresti, sulle elezioni comunali appena finite con tutte le vicende che si sono poi succedute con la reclusione, ancora in corso dell’ex consigliere comunale Carlo Bianco, l’ex candidato al consiglio comunale Ciro Eboli, il boss Antonio Pignataro ed, infine, l’ex vicesindaco Antonio Cesarano. Si temevano, insomma, nuovi sviluppi nell’inchiesta. A mezzogiorno, però, durante la conferenza stampa, la procura ha rivelato altro con le accuse a Macario Mariniello e suoi presunti complici, di un’attività di usura ed estorsione. Insomma la politica non c’entrava. Ma allora, perché gli investigatori hanno dato lo stesso nome dell’altra inchiesta, quella di possibili collusioni tra politica e criminalità. Ma c’è di più. Nel comunicato stampa firmato dal procuratore Corrado Lembo, si fa riferimento anche ad un’altra inchiesta, quella che vede sotto accusa i fratelli Cuomo in merito ad una serie di inquietanti episodi di violenza e colpi di pistola in città. Probabilmente, ma è soltanto una riflessione di carattere giornalistico, l’antimafia vuole accorpare tre inchieste in una soltanto mettendo insieme, criminalità organizzata ed attività elettorale ed amministrativa? E se fosse così la procura ha altri elementi per ipotizzare tutto questo? Altri indizi arrivano dalla decisione della stessa procura di rimettere in carreggiata il 416 bis, l’associazione a delinquere nei confronti degli indagati finiti in carcere per il presunto scambio elettorale mafioso. Insomma, quale sarà la prossima mossa? E soprattutto si punta ad un maxi processo?
Nello Ferrigno