"I giornalisti fanno il loro lavoro,i professionisti della provocazione altrettanto,io nella pausa pranzo ho scritto due righe ma solo per rispetto della chiarezza e di chi ci segue.
Se fosse per me neanche mi soffermerei su certe banalità.
Il clima è già quello, purtroppo,entrare in campagna elettorale con un anno di anticipo è nelle cose, eppure certi anacronismi dovrebbero suggerire maggiore calma, minore rabbia e una gestione delle paure più accorta", lo scrive sul social network l’esponente paganese di Fratelli D’Italia Massimo D’Onofrio. Aggiunge: "Invece lo scenario è quello solito, strumentale, impaurito, intellettualmente poco onesto.
E’ bastato un incontro tra gentiluomini, in chiesa, durante una funzione a cui tutti noi teniamo, per trasformare gesti di educazione e di rispetto in esempi di accordi preelettorali; i banchi del tempio visti come agone politico; abbracci e saluti tra uomini come piaggerie tra caporali.
Lo so, lo capisco,nel clima politico che stiamo vivendo, l’avversario è in sé stesso un nemico, ostile, cattivo,qualcuno da evitare, tralasciando simpatie umane ed onestà intellettuale.Finanche il saluto va evitato, come a voler rappresentare una differenza così profonda da escludere stima, rispetto, attenzione e, ma non ci si scandalizzi, amicizia. Si vuole negare, in sintesi, la nostra umanità.
Se il mio incontro con avversari politici e un agire educato, nobile, rispettoso dell’altro ha scandalizzato alcune fazioni elettorali, io nulla posso fare se non avvertire quella paura, quell’astio, quel nervosismo che rende tutto mediocre e ci dice molto sulle convinzioni ed il coraggio che questi detrattori della domenica vivono ogni giorno.
Allora suggerisco serenità: non abbiate paura, aggiungo. Fossi in loro passerei del tempo a ragionare sulle proprie idee, sulle soluzioni da affidare ai problemi del paese, sulla visione strategica che si vuole adottare per Pagani.
Riportiamo la politica al livello che le compete, e cerchiamo di evitare le chiacchiere da comari, le sbuffate tra una scopa ed una briscola, le recriminazioni al banco del bar".