Per due anni avrebbe sfogato la sua libidine violenta toccando le parti intime della nipotina di dieci anni. La madre della bambina sarebbe stata consapevole di quanto avveniva, ma non avrebbe mosso un dito per impedirlo. Una drammatica storia di violenza su minori è stata scoperta a Roccapiemonte dai carabinieri della polizia giudiziaria della procura della repubblica presso il tribunale di Nocera Inferiore. I militari, a seguito delle indagini delegate dal sostituto procuratore Gaetana Amoruso, hanno arrestato un 70enne e sua figlia, residenti rispettivamente a Nocera Superiore e Rccapiemonte. Da ieri sono nel carcere di Fuorni, a Salerno. Il nonno avrebbe abusato anche di un’altra bambina, figlia dei suoi vicini di casa. L’anziano è accusato di violenza sessuale continuata ai danni delle due minorenni. Gli abusi, stando alle indagini dai carabinieri, si sarebbero verificati dal 2015 al 2017 all’interno dell’abitazione del 70enne. Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore, Luigi Levita, a sua figlia viene contestata l’accusa di violenza sessuale in concorso. I carabinieri hanno appurato che il nonno avrebbe sfogato le sue pulsioni sessuali nei confronti della nipotina approfittando sia dell’età, sia del rapporto di fiducia che esisteva tra i genitori e l’uomo. Stesso modus operandi anche per l’altra ragazzina. La vicenda è venuta fuori dopo la denuncia presentata ai servizi sociali da un vicino di casa. Accuse incrociate con le relazioni presentate dai servizi sociali e dagli insegnanti della piccola e con gli interrogatori di altre persone. Un contesto sociale ed economico degradato è stato l’humus in cui si è sviluppata la vicenda, che fonda le radici in un precedente episodio di violenza passato in giudicato. Il 70enne era stato condannato a 12 anni e aveva scontato la pena per abusi sulla figlia, ieri arrestata con lui per aver coperto le violenze sulla sua bambina. I due sapevano dell’indagine. L’anziano avrebbe dato disponibilità a fornire la propria versione, perché convinto di essere vittima di calunnia. Sono invece scattate le manette. A difendere A. R. e M.R. è l’avvocato Eduardo Sorrentino, che ora attende la convocazione per l’interrogatorio di garanzia. Nel frattempo la bambina è stata affidata al padre.