Un anno fa la giornata più buia degli ultimi trent’anni per la politica di Nocera Inferiore. Un terremoto giudiziario scosse l’inizio del secondo mandato dell’amministrazione Torquato. Quattro ordinanze di custodia cautelare furono eseguite dai carabinieri del Ros di Salerno nei confronti di altrettante persone indagate per associazione mafiosa scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione. Diciannove, invece, gli indagati in stato di libertà per il reato di corruzione elettorale. Al centro delle indagini i clan camorristici dell’Agro Nocerino-Sarnese e i loro interessi nel settore imprenditoriale. Gli inquirenti avrebbero riscontrato anche alcuni casi di corruzione in occasione delle elezioni amministrative 2017.
Al centro dell’inchiesta l’interessamento per un cambio di destinazione urbanistica di un fondo in zona Montevescovado, per la realizzazione di una mensa dei poveri a servizio della parrocchia. In particolare una delibera di indirizzo approvata dalla giunta a pochi mesi dalle elezioni e poi ritirata nel 2018.
Una vicenda che scosse profondamente l’intera città, mettendo in stallo l’azione amministrativa del Comune, che per mesi ha sentito sul collo il fiato della magistratura. Le misure furono emesse dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
In manette finirono Luigi Sarno, l’ex consigliere comunale con delega alla Multiservizi e candidato al consiglio comunale nell’ultima tornata elettorale Carlo Bianco, il candidato alle amministrative di giugno Ciro Eboli e Antonio Pignataro, storico esponente del clan omonimo degli anni 80, da tempo ai domiciliari per motivi di salute.
Centrale, secondo gli investigatori, il ruolo avuto nella vicenda dallo storico affiliato alla Nco di Raffaele Cutolo, passato poi con la “Nuova Famiglia”, condannato per l’omicidio, avvenuto a Cava de’ Tirreni nel 1982, di Simonetta Lamberti, figlia dell’allora procuratore di Sala Consilina, Alfonso.
Dopo cinque mesi di ulteriori indagini, in cella finì anche Antonio Cesarano, ex vice sindaco di Nocera Inferiore, considerato il perno di congiunzione tra Pignataro ed Eboli.
Attualmente gli arrestati, ad esclusione del boss Pignataro, sono tutti ai domiciliari fuori regione, in attesa del processo che prenderà il via il 28 settembre dinanzi al terzo collegio del tribunale di Nocera Inferiore.
Salvatore D’Angelo