Un’udienza, quella di ieri, al termine quale è stata avanzata, dai rispettivi legali, la richiesta di scarcerazione per Antonio Pignataro, Carlo Bianco, Ciro Eboli ed Antonio Cesarano, tutti coinvolti nell’operazione che nell’estate del 2017 scosse Nocera con arresti ed indagati per scambio elettorale politico mafioso. Ora, si tornerà in aula, al tribunale di Nocera Inferiore, per il prosieguo del processo dell’inchiesta “N’ata storia”, il prossimo tre maggio. A parlare, nel pomeriggio, il colonnello dei carabinieri dei Ros di Salerno, Gabriele Mambor. Ha tracciato in maniera chiara e minuziosa la mappa criminale di Nocera Inferiore. Ha fatto nomi e cognomi e snocciolato dettagli. D’Elia, Mariniello e Michele Cuomo coloro che detenevano le redini. Poi, con la scarcerazione di Pignataro, i segnali di rispetto, con telefonate, nei confronti del boss della ex Nco di Raffaele Cutolo, da tutti chiamano lo zio. Ha fatto intendere la forte valenza di Antonio Pignataro. Lo zio aveva contatti quotidiani con Ciro Eboli (cognato del pregiudicato Luigi Cuomo). Si relazionavano costantemente, era lui il riferimento di Pignataro, come sottolineato dal colonnello Mambor. Parla, poi, anche di un incontro avvenuto alla galleria Gargano tra Eboli, Pignataro e Carlo Bianco (ex consigliore comunale, anche lui arrestato nel corso dell’operazione dell’estate 2017). Ha citato, nel corso dell’udienza, l’ex vice sindaco, Antonio Cesarano (difeso dagli avvocati Massimiliano Forte ed Annalisa Califano), indicandolo come il consigliere di Bianco, difeso dagli avvocati Andrea vagito e Rino Carrara. Nel corso della mattinata era stato ascoltato, in qualità di testimone, il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, e il luogotenente Avino. Al primo cittadino è stato chiesto della lettera inviatagli dal Vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, in riferimento alla questione della costruzione di una casa famiglia attigua alla parrocchia di San Giuseppe a Montevescovado. Con il luogotenente dei carabinieri Avino è stata invece posta l’attenzione sulla questione di compravendita dei voti, spiegando come Gerardo Villani e Ciro Eboli si sarebbero posti da intermediatori con gli elettori “compiacenti”, cercando di ricavare anche qualche extra – da sottrarre ai “capi” – per le proprie cene nei ristoranti della zona. Ora, come detto, si tornerà in aula il prossimo 3 maggio. Verrà completato l’esame del colonnello Mambor e ci sarà il controesame delle difese.

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