Trentatrè donatori, in una domenica estiva caldissima, con molta gente ancora in vacanza, non è un numero da disprezzare, anche se la necessità di sangue, vista l’emergenza lanciata dall’asl e dagli ospedali locali, è molto più alta rispetto a quanto raccolto in piazza s.alfonso a pagani. l’avis locale del presidente enzo de maio non si aspettava molti più donatori di quanti non siano effettivamente giunti presso l’autoemoteca presente davanti all’auditorium di pagani. all’invito lanciato alla popolazione, con tanto di slogan we want you, ha risposto quindi una fetta di popolazione che non manca mai di fornire il proprio supporto alla causa, ma urge effettuare una maggiore sensibilizzazione perché non si avvicinano altri soggetti per quello che viene definito un atto d’amore, di solidarietà, di vicinanza a chi soffre ed ha bisogno di aiuto. Negli ospedali infatti di sangue ce n’è sempre di meno, tanto che nei giorni scorsi era giunta una comunicazione per coinvolgere più persone possibili. A mancare è soprattutto il sangue zero rh negativo e positivo, una carenza che è stata acuita maggiormente anche dall’utilizzo in questo periodo delle sacche in giacenza visti i numerosi incidenti stradali e quindi l’aumento di feriti giunti nei nosocomi di nocera, pagani, sarno e più in generale di tutta la provincia di salerno. ma perché la gente sembra non essere attenta a questo grave problema della mancanza di sangue? Molti sono restii per una mera questione di timore personale, altri scettici perché si domandano “ma che fine fa il sangue che dono?” memori anche di episodi spiacevoli raccontati dai media. C’è poi da sottolineare che in molti paesi esteri, europei ed extraeuropei, i donatori vengono pagati. Anche perché il sangue è trattato come un vero prodotto commerciale qualsiasi. In Italia si tratta di un affare pubblico, con le sacche che vengono cedute spesso da una regione all’altra. Esiste un tariffario per le varie tipologie di sangue, così come ci sono i costi affrontati dagli ospedali per rimborsare le associazioni che si adoperano per la raccolta del sangue. Ecco, perché la diffidenza cresce.  A rendere la situazione ancora più incerta per alcuni possibili volontari è il fatto che le giornate delle donazioni del sangue non vengano più effettuate direttamente in ospedale. Quando questo avveniva il numero delle donazioni era decisamente superiore agli standard raggiunti negli ultimi anni con le domeniche del furgoncino specializzato dall’avis. Hai voglia a dire che è tutto pulito, sicuro e certificato, i sospetti di molti restano e così la raccolta sangue esterna ai nosocomi non procede come potrebbe. Una campagna di comunicazione e tutela dei donatori potrebbe essere una soluzione, anche se molte persone, a quanto pare, preferiscono donare il sangue in ospedale, con la consapevolezza che in quel caso il loro gesto possa essere veramente utile per quella struttura.

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