Una città mortificata da chi ha interesse a metterla ancor più in cattiva luce, indossando l’abito bello e sparlando di tutto e di tutti senza fare prima un esame di coscienza. La locandina di un noto quotidiano stamane riportava la frase “Pagani dimentica Marcello Torre”. Un’offesa alle persone perbene, alla gente qualunque, ai professionisti, a coloro che hanno condiviso con lui  momenti difficili, che lo hanno accompagnato nel suo percorso politico e che oggi ancora rimpiangono la sua figura, spesso strumentalizzata da chi neanche lo ha conosciuto, neanche lo ricorda o lo ha avversato mentre era in vita. Pagani non dimentica, Pagani è fiera dei suoi eroi, fiera dei suoi figli perbene, dei buoni.  Un tempo la bontà dei paganesi era riconosciuta dall’intero territorio ed oltre e oggi, purtroppo, non è più cosi. La malvagità, l’odio, la violenza, l’invidia e la gelosia hanno pervaso una parte della città penetrando soprattutto in quegli ambienti dove la rabbia, per vicissitudini della vita, la fa da padrona. Pagani non dimentica Marcello Torre, come non dimentica tutte le persone buone, che hanno sacrificato la propria vita per amore della propria terra, che hanno combattuto, loro si, con armi convenzionali ed istituzionali la criminalità, il malcostume, le povertà a tutti i livelli, non solo economici, animati dall’amore verso tutti i cittadini senza distinzioni,  senza odio, senza rancori. Indossare una divisa perché si pensa che così si possa assurgere a paladini della legalità non significa volere il  bene di tutti, anzi, spesso allontana i benpensanti, le persone perbene che per fortuna sono ancora tante. Strumentalizzare vicende, situazioni e ancor più persone e personaggi, è il modo giusto per allontanare, per disperdere le energie positive. Quando un evento tramandato negli anni, nato con tutti i buoni propositi, finisce nelle mani di pochi dei soliti, che sono contro tutto e contro tutti e che mortificano ogni giorno l’amor proprio dei paganesi, dovrebbe far porre un dubbio e farsi una domanda: “perché?”

Vuole dire che c’è un corto circuito e bisognerebbe  cominciare ad interrogarsi. Pagani non dimentica e lo sanno bene i bambini delle scuole elementari che ogni anno, pur ancora così piccoli, partecipano in massa alla riflessione su un eroe della loro città, lo sanno i ragazzi delle scuole medie ed elementari che in classe apprendono e dibattono sulla figura del sindaco buono, del sindaco che avrebbe voluta una Pagani civile e libera. Ma il modus operandi utilizzato oggi da chi pensa di rappresentare la cultura e l’intellighenzia di una città mortificata, non è il progetto che Marcello Torre sognava.

Aurora Torre

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