MUDIF e il FONDO JOVANE: 40mila fototipi
Al via il progetto di recupero del famoso fotoreporter
lavoro di riordino, restauro e conservazione
Ex convento di San Domenico/ SARNO – giugno 2023
Dopo anni di attesa, parte il progetto del MUDIF (Museo Didattico della Fotografia, con sede a Sarno) inerente al recupero dell’ “archivio fotografico di Francesco Jovane”. Un intervento decisivo e radicale per rendere fruibile un tesoro fotografico che racconta, attraverso il famoso fotoreporter Francesco Jovane, lo scorso secolo nei suoi eventi più importanti. Il progetto di valorizzazione si articola in due fasi, la prima, quella appena finanziata tratterà: ricognizione accurata dell’intero fondo, revisione e riscontro puntuale dell’originario elenco di consistenza; intervento di pulizia e conservazione dei fototipi. Il 12 giugno 2023 è stato sottoscritto l’atto formale, secondo il quale la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania affida all’Associazione IL DIDRAMMO APS i lavori di recupero, conservazione e valorizzazione del materiale di Jovane.
L’archivio del fotoreporter Francesco Jovane (originario di Nocera Inferiore) – acquisito al patrimonio museale il 4 luglio 2009 e dichiarato nel 2018 di interesse storico particolarmente importante, ai sensi del d. lgs 42/2004 – ha una consistenza stimata (dunque si attende l’emersione di ulteriore materiale) di circa 40mila fototipi in materiale negativo bianco e nero, diapositive a colori, oltre che stampe su carta fotografica. Costituisce tutta la produzione professionale di circa un cinquantennio di Francesco Jovane, uno tra i più importanti fotoreporter italiani degli ultimi sessant’anni. Il fotografo attivo dal 1950 al 2002 (anno della sua morte) copre tutti i maggiori avvenimenti della seconda metà del Novecento italiano e internazionale. L’Archivio raccolto in 33 grosse scatole di cartone è stato custodito in ambiente termoigrometricamente controllato.
Non solo cronaca ma anche documentazione di fatti storici e denunce di degrado e crimini: dall’invasione sovietica in Ungheria alla Primavera di Praga, alla rivolta in Algeria, al colpo di Stato in Congo, Cile, Bolivia, alle guerre tribali tra Hutu e Tutsi; dalla tragedia delle miniere belghe di Marcinelle a quella del Vajont; dalla guerra in Indocina e in Vietnam, alla guerra del Golfo; dal degrado dei manicomi alla vita infernale dei detenuti a Poggioreale; dalla guerra di camorra, al terremoto del 1980 in Irpinia-Lucania; dall’Iran uscito dalla Rivoluzione alla caduta del muro di Berlino, a Chernobyl. I reportage su personalità come Salvador Allende, Pablo Neruda, Umberto di Savoia, la famiglia Kennedy, Nasser, Kruscev, Kissinger. Molteplici gli eventi mondani e cinematografici come quelli con Totò e Anna Magnani, Luis Buñuel, Burton e la Taylor, Eduardo, Onassis e la Callas, De Sica e la Loren (questi ultimi sul set di Matrimonio all’italiana). Altrettanto importante il periodo di corrispondenza fotogiornalistica come accreditato presso la Zarzuela, dimora dell’allora principe Juan Carlos di Borbone, futuro re di Spagna, e poi tanta documentazione di colore, corrispondenza privata e professionale.
«L’importanza dell’operazione è in primo luogo di tipo educativo – spiega Gabriele Capone, dirigente della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania – Ritengo che la figura di Jovane sia tutta da riscoprire al netto dell’importanza degli scatti che ci ha lasciato. Proveniva da un luogo periferico del nostro paese e ha coltivato una passione riuscendo a documentare l’intimità di personaggi di straordinaria importanza. Ha testimoniato eventi che hanno caratterizzato la nostra storia recente, e dunque l’operazione di recupero è educativa perché ogni giovane che si sente oggi alla periferia del mondo, attraverso l’esempio di Jovane, sa che coltivando una grande passione può riuscire a conoscere il mondo, ma soprattutto a raccontarlo ad altissimi livelli. La Soprintendenza ha l’obbligo di favorire la conservazione di queste testimonianze e di facilitarne la valorizzazione. Se dovessi immaginare il lavoro finale, tutto si concretizzerebbe in una mostra itinerante che vada tra le scuole del Salernitano, del Napoletano, e che valichi i confini della regione Campania, assumendo un respiro nazionale. Le fotografie di Francesco Jovane diventano uno straordinario medium per raccontare la nostra storia. Il lavoro che sta facendo IL DIDRAMMO-Mudif su questi documenti sta avvenendo nel migliore dei modi, un’iniziativa che sarà un’ottima riuscita e sarà esemplare sul piano qualitativo e quantitativo».
A confermare la qualità del progetto è il presidente dell’Associazione IL DIDRAMMO APS, Vincenzo Petrosino, di cui il Mudif è la “costola” museale. «Quando ero un ragazzo – ricorda il presidente – aspettavo che Jovane tornasse dai suoi reportage fotografici in giro per il mondo, spesso esponeva le sue documentazioni fotografiche, in un locale vicino al bar Nasti a Nocera. Quelle foto parlavano di eventi lontani, suggestioni, curiosità. Noi del Didrammo e Mudif abbiamo preso in carico ufficiosamente il fondo dal 2009 e dal 2012 abbiamo perfezionato l’atto di donazione. Il motivo è duplice. Da un lato queste testimonianze raccontano in maniera singolare e originale il secolo breve e aiutano anche la ricostruzione di quegli eventi. Un secondo motivo è legato al personaggio. Ciccillo Jovane aveva un istinto strepitoso, quello di cogliere l’attimo con la sua macchina fotografica. Ecco allora vogliamo raccontare quest’uomo inquieto, i suoi viaggi, l’esperienza negli anni Settanta con la sua agenzia a Napoli, l’Alfa Press service, all’interno della quale si è formato anche il nostro direttore Rosario Petrosino. Un cerchio che si chiude».
A fargli eco è lo stesso Rosario Petrosino, direttore del Mudif: «Finalmente apriamo tutte le scatole per vedere minuziosamente la quantità e il contenuto. Si avvierà il recupero del fondo con la pulitura e la sistemazione nel nostro archivio. Dopo questa prima fase, con un secondo step, speriamo, ci sarà la digitalizzazione e catalogazione. Tra il materiale trovato, anche episodi circoscritti come la guerra di camorra e Cutolo, la tragedia di Enzo Tortora, il degrado delle periferie campane, fino ad arrivare ad eventi nazionali e internazionali come il reportage sui manicomi prima e dopo la legge Basaglia o i lavori al seguito dei gauchos in Argentina. Insomma è una finestra aperta sulla storia del Novecento. Tutto questo è stato possibile principalmente grazie all’aiuto e al supporto della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania, retta da Gabriele Capone, che ha fortemente sostenuto il progetto, presentandolo al ministero della Cultura. Stiamo organizzando grandi eventi collaterali tra il 2023 e il 2024, con la partecipazione di grossi nomi della cultura italiana. Verranno coinvolte anche le scuole, in particolare quelle del territorio nocerino tra corsi, eventi e proiezioni, con la naturale collaborazione e sostegno del Comune di Nocera Inferiore in primis, oltre quella del Comune di Sarno che ci ospita».