A Corbara ritorna la secolare tradizione della Calata dell’Angelo. “Doveroso ed opportuno dare una testimonianza scritta di questa nostra eccezionale tradizione che si lega alla spiritualità ed identità dei corbaresi e che dopo quattro anni ritorna finalmente ad emozionarci – commenta il primo cittadino Pietro Pentangelo – Il testo sarà distribuito gratuitamente alle famiglie che potranno scoprire alcune fotografie inedite e conoscere i volti di alcuni dei nostri concittadini che nel corso degli anni si sono prestati a impersonare quell’angelo che invoca intercessioni ai nostri patroni”. Il testo, di circa 24 pagine, riporta anche alcune informazioni sulla storia della manifestazione, a cura del giornalista Agostino Ingenito oltre agli interventi del sindaco e del parroco Don Vincenzo Buono.
La Calata dell’Angelo è una manifestazione suggestiva ed inconsueta, che, tra folklore e devozione popolare, riesce a suscitare, da oltre un secolo, delle forti emozioni tra i corbaresi e i visitatori. Il grande fascino simbolico dell’evento, che trova similitudini in Italia, con riti antichi e propiziatori, a Corbara è legato alla leggendaria vita di Erasmo, secondo le maggiori fonti, vescovo di Antiochia, vissuto nel III secolo e morto a Formia a seguito delle persecuzioni. Ed è proprio a questo santo ( secondo la leggenda salvato più volte da un angelo) compatrono con San Bartolomeo apostolo e la Madonna del Rosario, che il figurante su un cerchio in ferro, collegato a robuste funi che prima erano intrecciate nel cosiddetto “nzartio” utilizzato dai boscaioli per trasportare i tronchi, percorre poco meno di 150 metri, partendo dall’eremo, sovrastando fino a 50 metri di altezza, la folla astante che segue, con trepidazione ed emozione, ognuna delle tredici strofe, intervallate dal lancio di petali di fiori, incenso, spari di fuochi d’artificio, rintocchi di campane e accompagnamento musicale. Durante le cosiddette “stazioni”, quell’angelo, scelto con non poche emozioni tra i corbaresi volontari, invoca protezione anche per i tanti corbaresi, esperti taglialegna, che nei secoli scorsi, erano spesso lontani per mesi dal paese. La manifestazione si conclude con la discesa nella piazza del borgo Sala tra applausi, fuochi pirotecnici e il giubilo per i santi protettori portati in processione e per il coraggioso figurante salutato con gioia ed affetto.
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