Stanziati ben 52,2 milioni di euro: Frisc’ all’anema d’ ‘o Priatorio!
Rischio sismico Campi Flegrei, subito il decreto, con una piaggia di danaro, ovviamente non per la risoluzione del problema, ma per lo studio!!
Il nuovo decreto-legge per la sicurezza dei Campi Flegrei introduce la possibilità di adottare un piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico: “previste l’individuazione della “zona rossa”, le linee guida per l’eventuale evacuazione, lo studio di microzonazione sismica e l’analisi di vulnerabilità sismica dell’edilizia pubblica e privata”.
Il piano “apparentemente” di intervento è composto da 4 punti:
1 – uno studio di microzonazione sismica;
2 – un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia privata;
3 – un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia pubblica e un primo piano di misure per la mitigazione;
4 – un programma d’implementazione del monitoraggio sismico e delle strutture.
Attesa l’urgenza, e la gravità della situazione, il decreto concede 60 giorni di tempo per la definizione del piano di emergenza, per il territorio interessato dal fenomeno bradisismico, basato sulle conoscenze di pericolosità elaborate dai Centri di competenza e che contiene le procedure da adottare in caso di aggravamento del fenomeno in atto.
A questo punto si stanziano ben 52,2 milioni di euro.
La domanda è d’obbligo: ma, non avevano detto che l’area in questione era l’area più sorvegliata al mondo e che esistevano ben definiti piani di protezione civile?
Senza voler in alcun modo entrare nel merito della vicenda, ma tutte queste attività conoscitive, di studio e di indagini, che si sarebbero già dovute conoscere, visto il breve tempo concesso (gg. 60), attesa l’emergenza, “a chi” e “a quale soggetto” (pubblico o privato) andranno affidate, quanto si spenderà per questi studi conoscitivi nell’emergenza, cosa residuerà per un fattivo e concreto intervento per il territorio. Per esempio, stando alle strade di quella zona, che sono identiche alle nostre, le stesse si presentano caratterizzate da imbuti, strettoie, per essere senza via di uscita, con buchi ed avvallamenti ovunque; dette condizioni di sicuro non agevoleranno il piano di evacuazione.
Dunque, ancora una volta, vi saranno i soliti consulenti, che verranno pagati con somme alquanto consistenti, ma di concreto e tangibile, per una radicale messa in sicurezza del territorio interessato e degli stessi cittadini che abitano nell’area, poco o niente rimarrà.
Qualcuno dovrebbe realmente sorvegliare sulle ingenti somme stanziate, come attività di controllo preventivo, altrimenti ancora una volta potremmo rifarci al motto antico “mentre ‘o miedeco sturéa, ‘o malato se ne more”!