Da sempre il mondo sanitario č stato legato alla politica, dai tempi della Democrazia Cristiana.
Oggi, perň, la politica garantisce solo primariati non meritati, con logiche di accrescimento di strutture che “rispondono” esclusivamente alle spartizioni clientelari.
Il diritto alla salute va tutelato e garantito, ma soprattutto riconosciuto a tutti, senza distinzione alcuna.
L’ospedale di Nocera assume sempre piů le vesti di un vuoto contenitore di velleitŕ e aspirazioni personalistiche.
Essere medico, infermiere o comunque un operatore sanitario, č una missione.
Non occorre lodare ciň che non esiste!
Non č possibile decantare professionalitŕ e raggiungimenti di risultati “eccellenti” quando non esistono controlli sugli operatori che lavorano in corsia.
Il direttore sanitario deve effettuare i controlli per conoscere chi realmente lavora in ospedale e quello che non funziona.
La classifica riportata dal noto quotidiano nazionale “Il Fatto”, richiamando il monitoraggio di AGENAS, Agenzia per i servizi sanitari regionali, ha stabilito che “muoiono troppi pazienti rispetto all’attesa a 30 gg da scompensi cardiaci, ictus o interventi al cuore, mentre sugli infarti va meglio” (n.d.r. Fonte: Il Fatto Quotidiano del 27.10.2023).
Indipendentemente dalla classifica, č sotto gli occhi di tutti il dato, da cui non possiamo sfuggire: troppi sono i morti della Mala Sanitŕ.
Forse sarebbe il caso di attivare una Commissione di indagine, anche di natura Parlamentare, sui decessi e le anomalie che caratterizzano la sanitŕ ospedaliera dell’Agro, andando a verificare quello che realmente avviene nell’ospedale di Nocera.
I risultati, non si ottengono solo con gli investimenti e gli atti amministrativi (bandi, appalti, etc.), ma con il reale controllo del personale, sanitario e parasanitario, sotto il profilo organizzativo e non solo, avendo ben chiaro che i sindacati con le loro agitazioni, con i loro proclami, hanno nella maggior parte dei casi contribuito allo “sfascio” della sanitŕ o di quello che resta: nessuno č esente da responsabilitŕ che probabilmente vanno anche oltre la stessa politica.
E allora non resta che rinnovare l’invito ai politici locali di recarsi nelle corsie ospedaliere, prendere atto della situazione, perché č da lě che si deve partire per la ripresa dell’ospedale, mettendo a capo della Dirigenza, se necessario, finanche i Militari.
Le parole e le chiacchiere della politica non servono.