Oltre 200 anni fa giungeva a Pagani un sacerdote napoletano che rivoluzionň, con le sue azioni, i suoi atteggiamenti e il suo modo di essere sacerdote la cittŕ di Pagani, l’Agro Nocerino-Sarnese e il territorio campano prima, e tutto il mondo ecclesiastico dopo.
Il sacerdote di cui stiamo parlando era Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che ha lasciato traccia di sé, delle sue attivitŕ religiose e del suo predicare in tutto il napoletano, sempre a favore dei poveri e di quanti non erano a conoscenza della religiositŕ e della parola di Cristo. Sant’Alfonso giunse a Pagani dove visse fino al 1786 dedicando la sua vita alla predicazione e alla povera gente che viveva fra stenti miseria e sacrifici.
Nel 1986 un comitato composto da professionisti e cittadini di vari ceti sociali ebbe un’idea alquanto interessante per la cittŕ di Pagani e per le attivitŕ benefiche e religiose effettuate dal Santo che tanto amo la cittŕ. Nel 1986, dicevamo, nacque un comitato si interessň al ricordo dell’arrivo del Santo e volle dare risalto alla sua presenza sul territorio Paganese. Volle ricordare ai piů le opere di Alfonso nella cittŕ che in primis non lo amň molto, ma lentamente iniziň ad apprezzarlo e successivamente amarlo e onorarlo dedicandogli la piazza principale che oggi vede la presenza della bellissima basilica a lui dedicata. Nel santuario č anche conservato il suo corpo e oggi č sede della congregazione dei Padri Redentoristi, importante istituzione religiosa dal lui stesso fondata.
Nell’anno del bicentenario della morte di sant’Alfonso venne redatta una pergamena con l’elenco dei cittadini che avevano partecipato alle attivitŕ svoltesi per ricordare la sua presenza nella cittŕ e i tanti miracoli da lui effettuati. Tale pergamena fu poi rinchiusa in un contenitore di metallo e sotterrata in un punto preciso di piazza Sant’Alfonso. Ad oggi crediamo che si trovi ancora lě.
Abbiamo sentito la necessitŕ di raccontare questa parte di storia che immaginiamo non sia conosciuta dalla gran parte dei cittadini paganesi e dell’agro Nocerino-Sarnese. Il cilindro metallico, quindi, sarebbe ancora sotterrato in un punto della piazza antistante la basilica. Per cui ci siamo chiesti, e lo chiederemo ancora a noi stessi e ai tanti devoti se sia il giusto, dopo 38 anni, portare alla luce quel documento che volle ricordare il bicentenario della morte del Santo a Pagani. Oppure si ritiene di lasciare la pergamena ed il suo contenitore laddove fu sepolto quasi quarant’anni fa.
Riteniamo, senza dubbio, che sia giusto diffondere questa parte di storia paganese, di persone che hanno lasciato tracce della loro vita e dell’amore verso il Santo dei lumi a memoria storica della cittŕ e di un grande Santo che pur avendo subito qualche offesa volle rimanere a Pagani, di cui oggi č il Santo Patrono.

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