Si chiama Sonia Baussano ma nella “dimensione artistica” di cantante si fa chiamare Iron Valkyrie. La trentenne nata in Piemonte ed attualmente residente tra Hollywood e Napoli rappresenta un vero orgoglio campano per la brillante carriera. Nel suo percorso è stata anche a Pagani, ha fatto parte del coro Polifonico Alfonsiano di Padre Paolo Saturno. Abbiamo voluto farci raccontare la sua storia.

  • Raccontaci un po’ di te e soprattutto della tua carriera artistica

“Sono nata e cresciuta in Piemonte dove a 8 anni ho cominciato gli studi di canto e pianoforte con il maestro Loris Pianezze. Successivamente, con la mia famiglia, mi sono trasferita in Campania, dove ho proseguito sotto la guida dei miei zii, il maestro Angelo D’Errico per il pianoforte e padre Paolo Saturno per il canto e la teoria musicale, ovvero armonia e solfeggio. Ed ho anche cantato nel coro polifonico alfonsiano di Padre Paolo Saturno, a Pagani. A 15 anni, sono entrata in conservatorio, dove ho approfondito la conoscenza musicale e mi sono laureata in canto lirico sotto la guida della professoressa Paola Francesca Natale. Nel frattempo, facevo molti concorsi e lavoravo, cantando per chi mi ingaggiava o insegnando solfeggio a chi, a sua volta, doveva sostenere esami in conservatorio, fino a quando riuscii ad entrare nel coro giovanile del Teatro San Carlo di Napoli.  Il canto è sempre stata la mia prima disciplina, ma fin da giovanissima avevo sviluppato una forte propensione per la composizione, inizialmente anche un po’ contrastata da mio padre, il quale asseriva che dovessi concentrarmi soltanto su una cosa per non perdere il focus. Decisi comunque di approfondire e a 17 anni, cominciai a mettere da parte quello che guadagnavo per pagarmi le lezioni di composizione dal maestro Nicola Hansalik Samale, il quale è sempre stato molto dolce e comprensivo, venendomi spesso in contro con i pagamenti. A quel tempo, come oggi tuttavia, avevo un caro amico ed alleato, che mi supportava e studiava con me: il maestro Umberto D’Auria, con il quale si è consolidato un forte legame di amicizia. Nonostante abbia trascorso una grossa fetta di tempo a lavorare come soprano lirico in teatri, eventi e simili, dentro di me, era sempre accesa la voglia e la curiosità di esplorare la musica nella sua interezza e, anche se alcuni docenti mi sconsigliavano di alternare la tecnica lirica con quella moderna, io accettavo comunque lavori che mi vedevano attiva come cantante pop.  A livello vocale, ammetto di aver trovato non poche difficoltà all’inizio, poiché in me si generava una certa confusione e un po’ mi vergognavo di ammettere alla mia insegnante che non stavo proprio seguendo le sue direttive a livello di studio, ma poi, col tempo e con l’esperienza, ho imparato a gestire entrambi i registri e, addirittura, a farne il mio punto di forza, mischiandoli. A circa 25 anni, conosco Antonio Monaco, attore, regista e proprietario della Film Theatre Academy, grazie ad una masterclass alla quale partecipai per curiosità, dove c’erano due attori americani. Da quel momento, cambia la mia vita, perché dopo aver passato anni a desiderare di cantare in America, finalmente arriva il giorno atteso. Inizia così, il primo di molti viaggi a Los Angeles, Hollywood, dove intreccio molte amicizie e mi faccio conoscere come artista. Poco tempo dopo, riesco ad aprire il mio studio di registrazione, la Sonant Records, dove “sforno” tutti i miei brani personali e le commissioni esterne che affido al mio team di tecnici, formato in gran parte da ragazzi giovani e volenterosi”.

  • C’è qualche artista a cui ti sei ispirata

“Non direi che mi ispiro ad un singolo artista, dal momento che, in quanto compositrice, spazio fra diversi generi, dal pop al rock, dal musical al metal, trap, swing ecc. ecc.  Però, ho un genere che più fra tutti amo comporre ed è la musica per colonna sonora. E se parliamo di colonne sonore, il mio compositore preferito è da sempre Alan Menken, seguito da Bear McCreary e Thomas Bergensen”.

  • Dove ami esibirti

“Che sia un teatro, un’arena o una chiesa, ogni luogo diventa lo spazio sacro dell’artista quando esprime la sua arte, però sicuramente, l’emozione più grande, l’ho provata esibendomi in America”.

  • Dove è possibile ascoltare i tuoi brani

“Mi trovate su tutte le piattaforme digitali (Spotify, Apple Music, YouTube, Instagram ecc…) sotto il nome artistico IRON VALKYRIE”

  • Quale sarebbe per te il punto massimo di arrivo, il sogno nel cassetto

“Tutti gli artisti, sono tali perché vivono per esprimere le loro emozioni attraverso l’unica cosa con cui sanno parlare: l’arte. E come tutti loro, anch’io sarei immensamente felice nel far giungere le mie, a quante più persone possibile. I veri Artisti, non vivono per le ricchezze materiali, per quanto siano necessarie in questo mondo, ma vivono per ricevere il riconoscimento e la gloria generati da quella che un domani sarà l’eredità che lasceranno e per la quale saranno ricordati: la loro arte”.

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