La preapertura della stagione venatoria, fissata dalla Regione Campania, con l’approvazione del calendario venatorio 2024/2025, al 1° settembre, è stata bloccata da una sentenza del TAR Campania, su ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste. E tutto questo perché, come si legge nella sentenza, le previsioni della Regione “sono in effetti in contrasto, senza che sia fornita adeguata motivazione del mancato adeguamento e della diversa tempistica adottata, con quanto ritenuto nei pareri obbligatori dell’ISPRA e del Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale”. Dunque, la decisione del TAR era più che scontata. Il risultato è che migliaia di cacciatori campani non potranno esercitare l’attività venatoria almeno fino al 24 settembre, data fissata per l’udienza.
Se consideriamo che, ormai ogni anno, si ripresenta regolarmente questa situazione, allora le strade sono due: o l’Assessore Caputo e i suoi consulenti sono del tutto incompetenti o, dietro tutto questo, c’è la precisa volontà del Governo regionale di bloccare l’attività venatoria in Campania. Basti pensare che la Regione non si è neanche costituita in giudizio dinanzi al TAR, e mi chiedo se ciò sia avvenuto per supponenza, per superficialità o perché, più semplicemente, quello che è accaduto è esattamente ciò che la Regione voleva.
La caccia è un’importante opportunità di crescita economica, soprattutto per i piccoli comuni dell’entroterra, senza considerare l’enorme indotto che ruota attorno ad essa. Per questo, ancora una volta, esprimo la mia solidarietà ai circa 40 mila cacciatori campani mortificati dal Presidente De Luca e dall’Assessore Caputo.