La gestione dell’Azienda Speciale Consortile Cava-Costa d’Amalfi da parte del Partito Democratico si sta rivelando un fallimento totale. Quanto denunciato dal sindaco di Atrani, Michele Siravo, conferma ciò che sosteniamo da tempo: il PD sta portando la nascitura Azienda Consortile al collasso, trasformandola in un’ennesima struttura paralizzata da giochi di potere e logiche clientelari, anziché metterla al servizio dei cittadini più fragili.
L’azienda, nata per garantire servizi socio-assistenziali di qualità ai comuni dell’ambito S2, è oggi priva di risorse economiche adeguate, con un fondo di dotazione ridotto da circa 619mila euro a soli 25mila euro, una cifra che rende impossibile assumere personale, nominare un direttore generale e persino dotarsi di una sede operativa. Questa assurda riduzione dei fondi è il frutto della totale incapacità amministrativa del centrosinistra, che ancora una volta dimostra di non saper governare con trasparenza ed efficienza.
A tutto questo si aggiunge una gestione autoritaria e arrogante da parte del presidente dell’Azienda, Paolo Vuilleumier, espressione diretta del PD, che ha usato deleghe in modo discutibile per forzare decisioni strategiche senza un vero confronto con i comuni membri. Il voto contrario al rinvio della riunione del 20 gennaio, nonostante le richieste di maggiore approfondimento, è l’ennesima dimostrazione di una governance chiusa e autoreferenziale, finalizzata a blindare posizioni di potere invece di affrontare le vere criticità dell’ente.
Come Centrodestra cavese, denunciamo con forza questo scempio amministrativo e chiediamo un’immediata inversione di rotta. Il Comune di Cava de’ Tirreni, in quanto capofila, deve spiegare dove siano finiti i fondi destinati all’Azienda Consortile e garantire trasparenza su tutti i passaggi finanziari legati al Piano di Zona. Non accettiamo che un servizio così fondamentale venga sacrificato per gli interessi politici del PD, a discapito dei cittadini più deboli.
Chiediamo che le scelte siano partecipate e non imposte da una minoranza organizzata, interessata più a dinamiche di gestione del potere che del servizio di cui devono beneficiarie i cittadini. I servizi sociali non possono essere gestiti con pressappochismo e improvvisazione, né possono diventare l’ennesima poltrona da spartire per le logiche clientelari della sinistra.
I cittadini meritano servizi efficienti, non un’azienda bloccata dalle dinamiche fallimentari del Partito Democratico. È tempo di dire basta: il PD si assuma la responsabilità del suo disastro e lasci spazio a chi sa amministrare con serietà e competenza.